Al via il Corso di Alta Formazione “Scuola di Decisioni per una società in transizione”, inaugurato sabato
18 ottobre 2025.
Si è aperto oggi, con i saluti di Sua Eccellenza Monsignor Bruno Forte arcivescovo di Chieti-Vasto, portati da
Don Davide, il primo corso della Scuola di Alta Formazione che la Fondazione Palazzo De Sanctis APS ETS ha
promosso a Lettomanoppello in partenariato con la LUMSA, e che opera in onore di Augusto Pierantoni,
teatino, nipote del parlamentare di Lettomanoppello Giovanni De Sanctis, che seppe meritare al Centro
Studi che presiedeva il Premio Nobel per la Pace 1904.
Presenti la professoressa Silvia Di Donato, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo De
Sanctis, l’onorevole Luciano D’Alfonso, Deputato e Presidente Emerito della Regione Abruzzo; il
professor Alessandro Natalini, Presidente del Corso di Laurea in Politiche, amministrazione e innovazione
dell’Università LUMSA; il Presidente Franco Massi, Segretario Generale della Corte dei Conti; il
Prefetto Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e il
professor Francesco Bonini, Magnifico Rettore dell’Università LUMSA.
Nel suo messaggio, Monsignor Forte ha sottolineato come “il corso intende formare persone qualificate in
grado di produrre idee innovative e di trasformarle in decisioni concrete, si focalizza sui principi e sistemi
organizzativi utili a garantire gli input, la legittimazione, derivante dal rispetto delle regole e dalla
convergenza del consenso inteso come mantenimento degli equilibri tra le parti coinvolte”.
La professoressa Di Donato ha ufficializzato l’avvio del secondo ciclo del corso già da giugno “vista la grande
partecipazione di professionisti interessati alla scuola con cui la Fondazione Palazzo De Sanctis ha ritenuto
di avviare un percorso capace di coniugare i luoghi della storia con l’impegno del presente. Noi vogliamo
tradurre l’essere custodi della memoria in cittadinanza attiva, in pensiero politico, in azione, avendo cura di
ciò che la storia ci dice e ci lascia, avendo cura della memoria, ma non incorniciandola bensì facendola
parlare, rendendola un luogo vivo”.
Il professor Natalini ha sottolineato l’unicità della didattica del Corso “che colloquia con il mondo esterno,
con le imprese. Con i primi 22 allievi sperimenteremo una nuova didattica con tante persone che lavorano,
imprenditori, magistrati, dirigenti pubblici, 8 fine settimana e 5 giornate full immersion”.
“Con la struttura del Corso di Alta Formazione” – ha spiegato l’onorevole D’Alfonso, promotore
dell’iniziativa – “abbiamo saputo colpire una questione normativa istituzionale ed economica: dove si
impara la decisione? Oggi c’è bisogno di recuperare la capacità generativa rispettosa della capienza
dell’umano, della capienza di pensiero, sul come la realtà si può migliorare. Con noi c’è il Segretario
generale dell’Autorità Portuale Salvatore Minervino, ebbene se oggi si produce ricchezza è perché la
logistica è facilitata se l’acqua si rende disponibile, perché in Italia e in Europa ponti e viadotti non sono
utilizzabili per trasporti eccezionali perché ci siamo dimenticati di fare la manutenzione. L’Europa ha
sottovalutato il tema della capacità delle infrastrutture di consentire gli spostamenti. Dobbiamo conoscere
cos’è una procedura cos’è un provvedimento, ma il contenuto della procedura e del provvedimento chi lo
assicura nella sua virtù realizzativa? Chi ci mette il pensiero? Dobbiamo re-imperare a progettare la
decisione, il pensiero progettuale che ha bisogno di cucire i fatti della realtà. Faccio l’esempio
dell’emergenza Covid: si è posto prima il problema di separare, di distanziare, poi di stimolare chi faceva
invenzione, ricerca scientifica. Diciassette colossi si misero insieme, si è scoperto il vaccino, e gli uffici
commerciali delle società cominciavano già a elaborare le quote di incasso per rivendicare il diritto di
brevetto. Qui scattò l’intuizione che si collocava oltre il diritto del precedente, ovvero: ma noi col covid in
corso non sospendiamo il diritto commerciale? È ovvio che non si doveva pagare il diritto di brevetto
perché eravamo in guerra. Con l’apertura del Corso molti imprenditori mi hanno chiamato per organizzare
lo scuotimento, la messa in discussione per consentire ai propri funzionari di aprirsi alla realtà complicata
affinché non somiglino a quelli che si autoproteggono, agli auto produttori di difesa perché hanno
monumentalizzato la paura”
Ad aprire le sessioni di incontro con i 22 corsisti è stato Franco Massi, Segretario Generale della Corte dei
Conti: “L’Italia è la culla mondiale della cultura, abbiamo inventato il Risorgimento, siamo il mondo del dire.
Ma chi si occupa del fare nell’eterno e illuminato mondo del dire. E in questo framework devo spiegare le
Magistrature a che servono, le magistrature in generale e la Corte dei Conti in particolare, perché
impattano fortemente sul nostro mondo del fare? Perché il bilancio dello Stato è di circa 900miliardi; 90
miliardi sono i soldi che la Pubblica Amministrazione italiana mette ogni anno sul mercato per far crescere il
paese e sono i contratti pubblici e se tu blocchi e rallenti i contratti pubblici tu blocchi il sistema paese non
solo la Pubblica amministrazione, ecco perché le magistrature hanno un ruolo fondamentale nel
funzionamento del paese. Tutte le Istituzioni camminano sulle gambe delle persone, e vale anche per tutte
le magistrature, teoricamente tutti i magistrati dovrebbero agire con lo stesso rigore e senso del limite, ma
non sempre è così, e il pluralismo delle posizioni può diventare risorsa se sorretta da un terreno comune di
confronto e dalla consapevolezza che nessuno è depositario della verità assoluta, è solo dal confronto delle
idee che si capisce la decisione migliore. Se manca il confronto il sistema entra in crisi, si tratta di funzioni in
cui l’assenza di equilibrio, di saggezza, di pacatezza e di senso pratico, può produrre effetti devastanti. La
differenza tra un buon magistrato e un tecnico autoreferenziale è la capacità di applicare la norma nel
modo più giusto in relazione alla fattispecie concreta, senza mai innamorarsi del valore astratto e vuoto che
la norma ci dà. Questo vale anche per la giustizia della Corte dei conti, il cui peso fondante non nasce per
inseguire i funzionari infedeli, ma per aiutare la Pubblica Amministrazione a funzionare meglio, a spendere
bene i soldi dei cittadini. Spesso la Corte dei Conti è considerata come ostile alla PA, capace di mettere alla
gogna un amministratore con un semplice invito a dedurre, che non è un atto d’accusa. Nel 50 per cento
dei casi gli amministratori risultano innocenti, ma magari tra essi c’era il docente in carriera, il funzionario in
attesa di promozione, e chi li ripaga dopo aver atteso 5-6 anni dalla sentenza di assoluzione e aver saltato le
progressioni. Questo significa che il 50 per cento di indagati innocenti sono quelli che poi cominciano a
spargere il seme della paura, perché il funzionario più giovane decide che non vuole giocarsi la carriera con
una decisione. Uno dei problemi è sicuramente la scrittura delle leggi, spesso errate, e da qui deriva che la
paura della firma non è paura della responsabilità, ma dell’isolamento, non sapere a chi rivolgersi quando le
norme non sono chiare. La Corte dei conti dovrebbe allora tornare a svolgere funzione di guida, di
orientamento della Pubblica amministrazione, non si tratta di co-gestire, si chiama accompagnamento. Con
la Scuola di decisioni dobbiamo imparare a fare anche regolando i rapporti con l’amministrazione
pubblica”.
Per il Prefetto Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale “Il coraggio
della decisione è tagliare, escludere, sacrificare, applicando il principio del contemperamento degli
interessi. Ci sono strumenti oggi che ci permettono di decidere in scienza e coscienza, c’è internet, non
bisogna fermarsi davanti alla possibilità del fallimento, la paura c’è, è parte del sentimento umano, ma non
dobbiamo avere paura della decisione e degli effetti della decisione. E poi dobbiamo avvalerci della
capacità di costruire anche un consenso, fare in modo che tutti si sentano considerati nella giusta misura,
per il peso che devono avere sulla decisione finale”.
Il professor Francesco Bonini, Magnifico Rettore dell’Università LUMSA, ha ricordato come “La Scuola di
Decisioni ha avuto una lunga gestazione, e nasce con una lunga meditazione, oggi dunque può partire
velocemente con una programmazione smart e sprint. I primi 22 corsisti sono gli sperimentatori”. Al
termine della giornata, i sindaci di Lettomanoppello, San Valentino e Roccamorice hanno consegnato doni
agli ospiti.












